Mi inseguono


Fuggo dagli spasimanti che mi inseguono, che ansimano per possedermi, ma che non danno vita con i loro percorsi circolari, i loro impeti maniacali, le loro risposte di conseguenza. Fuggo da quei mondi di incantamento e fissazione, da quell'insensato girare a vuoto dove tutti si perdono e si ritrovano. Mondi dove i sentimenti si mostrano come corpi che si scontrano, l'amore è inteso come "assalto", e l'odio come pensieri che turbano la mente. Tutti tornano alle loro idee fisse. Ogni slancio, ogni attrazione e repulsione volta all'inseguimento, fa sì che ripetano sempre le stesse mosse ad ogni incontro, interrotte da nuove distrazioni, per poi tornare alle loro idee fisse. Ognuno ha la sua. E non è la rappresentazione di una patologia contemporanea, e neanche una mania ispirata. E' solo il "distrarsi", che deviando verso altri giri a vuoto, disegna nuove linee di un ghirigoro.


Francesca Franceschini


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Esiste ancora uno spazio tattico dove muoversi: lo spazio vuoto tra il potere del non visto e la forza di quello che sta aspettando il momento giusto per ricomparire. Cosa significa lavorare su questo "spazio intermedio"? Porsi nell'interfaccia tra pensiero e sensazione. Muoversi in quelle zone di confine dove è possibile pensare congiuntamente parole e forme, strutture ed eventi.